(S)wing


(S)wing è un concerto. È un diorama. L’uno e l’altro. L’abitare un luogo   inevitabilmente produce echi di questa presenza, un suono inaudito promana dai più piccoli movimenti, spostamenti ordinari si ripercuotono in eventi fragorosi. Amplificati e disposti in sequenze come una musica che scava il cielo.

Il lavoro di Zapruder attiene alle immagini in movimento, al teatro, al cinema, alla musica, alla video arte, ed è il risultato di una commistione tra tecnologia ed artigianato a partire dalla storia delle tecniche di visione. In questo processo, linguaggio, estetica e mezzo tecnico sono posti incessantemente in condizione di reciprocità.