Verso sera⎪Alfredo Pirri


a cura di: Davide Ferri
intervento di: Alfredo Pirri


Alfredo Pirri, All’imbrunire, 2018, lampione e plexiglass colorato, courtesy l’artista e Galleria Tucci Russo, Torre Pelice

Anche quest’anno la Sezione Arte reagisce alle sollecitazioni del titolo del festival, e lo traduce in una proposta di fruizione delle opere, in un qui e ora dell’esperienza dell’opera, che fa da controcanto alla dimensione performativa del festival, all’irrinunciabile rapporto tra corpo dell’opera e corpo dello spettatore.
La sezione si intitola Verso sera e include gli interventi di Alfredo Pirri, Sergio Breviario, Adelaide Cioni e Mattia Pajè, uno per ognuna delle giornate del festival, dal giovedì alla domenica, all’interno di uno spazio suggestivo, adiacente a quello dell’Ex deposito ATR: l’arena estiva del Cinema Apollo, costruita all’inizio del secolo scorso con vaghe influenze Art Déco, collocata al centro di un cortile privato del centro storico, da tempo dismessa, e utilizzata, fino al 1977, per spettacoli teatrali e cinematografici.
Gli artisti invitati a questa edizione partecipano a Ipercorpo per la prima volta, appartengono a generazioni diverse e hanno sviluppato pratiche che non appaiono legate in modo esclusivo a un medium specifico: il lavoro di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957) è emerso alla fine degli Ottanta, con la sua partecipazione alla Biennale di Venezia (1988), e si articola, con lavori bidimensionali e installazioni, attorno all’idea di un “colore luce” e di un “colore materia”; la poetica di Sergio Breviario (Milano, 1974) sovrappone scultura e disegno e può approdare a una dimensione in cui i due medium interagiscono tra loro in forma performativa fino a coinvolgere il corpo di attori e/o spettatori; il lavoro di Adelaide Cioni (Bologna, 1976) nasce dal disegno e mostra figure semplici – motivi astratti, decorativi, pattern, motivi vegetali o riconducibili al reale – che, pur replicate in forma bidimensionale (in stoffe cucite su tela o in proiezioni di disegni su diapositive), sembrano appropriarsi dello spazio come “colori volumi”; Mattia Pajè (Melzo, 1991) contamina medium diversi per via di approcci eterogenei, associazioni inaspettate, all’insegna delle sollecitazioni degli spazi in cui è invitato a esporre.
Se vi è dunque un luogo dell’opera, l’ex arena del Cinema Apollo toccata, in forme diverse, dai lavori esposti, c’è anche un tempo dell’opera: un intervento per ognuno dei quattro artisti e delle giornate del festival, da visitare “verso sera”, o dall’imbrunire – All’imbrunire è anche il titolo dell’opera di Alfredo Pirri che inaugura la rassegna – tra le 19 e le 20, da coloro che vorranno farsi accompagnare dalle parole degli artisti, o successivamente in piccoli gruppi prima e dopo gli spettacoli del festival.


L’artista ⎪ Alfredo Pirri

Alfredo Pirri (Cosenza 1957) vive e lavora a Roma. Il suo lavoro si pone al confine tra pittura e scultura, architettura e installazione. La materia, lo spazio e il colore, veicolo di luce, sono i principali strumenti della sua poetica.
Ha esposto in numerosi musei e biennali, nazionali e internazionali, tra cui: Auditorium Parco della Musica (2019), Museo Archeologico Romano Palazzo Altemps (2018), MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma (2017), Nomas Foundation (2016-2017), Roma, Museo Novecento, Firenze (2015); London Design Festival (2015); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2013), Project Biennial D-0 ARK Underground, Konjic (2013); Museo Archeologico Nazionale Reggio Calabria (2011); Maison Européenne de la Photographie, Parigi (2006); Biennale dell’Avana (2001); Accademia di Francia a Roma (2000); MoMa PS1, New York (1999); Walter Gropius Bau, Berlino (1992); Biennale d’Arte di Venezia (1988).
Ha collaborato con gli architetti: Nicola di Battista, Paolo Desideri e Efisio Pitzalis.
Ha insegnato a: Bezalel Academy of Arts di Gerusalemme, Università La Sapienza, Accademia di Belle Arti di Frosinone, Accademia di Belle Arti di Urbino, Accademia di Palermo, Dynamo Camp (educatore) ed é stato Advisor in Visual Art all’American Academy in Rome.
Nel 2015 è scelto da AMACI (associazione musei d’arte contemporanea italiani) come artista guida dell’undicesima giornata del contemporaneo.