La stanza del padre


Progetto e testi a cura di: Davide Ferri
Opere di: Luca Bertolo, Stefania Galegati Shines, Franco Guerzoni, Flavio Favelli, Maria Morganti, Elena Nemkova, Cesare Pietroiusti, Gianni Politi, Fabrizio Prevedello, Agata Torelli

“Reagire alle suggestioni del titolo è, come per le edizioni precedenti, l’occasione per riflettere sui modi di presentare le opere dentro gli spazi dell’ex deposito ATR e di farle convivere, come controcanto e contraltare teorico, con le forme e i ritmi del festival.

Quest’anno il problema è doppiamente sensibile: il tema proposto mette alla prova la capacità delle opere d’arte di uscire da gangli concettuali e autoreferenziali misurandosi con una dimensione prettamente umana (e letteraria, mitologica); una riflessione sul padre può dare le vertigini, dar vita a una mostra perpetuamente irrisolta e inesauribile.

Dunque ha preso forma, più che una mostra, l’ipotesi di una stanza (che mi piace chiamare la stanza del padre), un luogo dove raccogliere alcune opere sul padre che ho incontrato nel corso degli anni, spesso eccentriche rispetto alle poetiche di chi le ha realizzate.
I lavori inclusi nella stanza appartengono a linguaggi diversi e guardano al padre da prospettive e con modalità differenti: possono essere ritratti, doppi ritratti, autoritratti, cioè dispositivi capaci di sollevare il problema dell’identità in forma autobiografica e vagamente narrativa; svolgere storie e racconti custoditi al loro interno come cifre segrete; alludere al padre in termini di traumatica assenza e scomparsa, o forza da contrastare, e riaffermare, fino a ridefinirne i contorni in una forma più indeterminata e archetipica.

La stanza è anche il luogo delle parole. Nella domenica pomeriggio curo, assieme a Daniele Balicco, una giornata di incontri – a cui partecipano artisti, scrittori, registi e teorici – con riflessioni, dialoghi e racconti sulla figura del padre che oscillano tra due polarità: quella del padre naturale e quella del padre elettivo, del maestro”.

 

 

LUCA BERTOLO (Milano, 1968). Laureato in Scienze dell’Informazione all’Università Statale di Milano e diplomato in pittura all’Accademia di Brera. Ha vissuto a São Paulo, Londra, Berlino e Vienna. Dal 2006 abita in un paese sulle Alpi Apuane. Ha partecipato a mostre in spazi pubblici e privati, tra i quali GAM, Torino; GNAM, Roma; Kettle’s Yard, Cambridge; Centro Luigi Pecci, Prato; MACRO, Roma; Galleria Comunale di Monfalcone; Palazzo delle Papesse, Siena; Nomas Foundation, Roma; SpazioA, Pistoia; Arcade, Londra; Fondazione Prada, Milano; 176 / Zabludowicz Collection, Londra; uqbar, Berlino; Galerie Tatjana Pieters, Gent; The Goma, Madrid; Marc Foxx, Los Angeles. Suoi articoli sono apparsi su Flash Art, Il Giornale dell’arte, Exibart, Artribune, Warburghiana, Doppiozero. Attualmente insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

STEFANIA GALEGATI SHINES (Bagnacavallo, 1973) è una fotografa e artista italiana. Il suo lavoro artistico spazia dalla pittura, alla fotografia, alla scenografia. La sua prima esposizione si tenne a Milano nel 1994. Nel 2002 lascia Milano per trasferirsi a Palermo, dove ha inizio la collaborazione col gallerista Francesco Pantaleone. Sempre nello stesso anno ha girato un film cortometraggio dal titolo Passeggiata in paradiso, con la partecipazione nel ruolo di attore di Leo Pantaleo. Nel 2012 ha partecipato alla Biennale di Shanghai.

FRANCO GUERZONI è nato nel 1948 a Modena. All’inizio degli anni settanta utilizza la fotografia come strumento di rappresentazione, del 1972 sono i suoi Affreschi, del ’73 le sue Archeologie seguite dalle Antropologie, ricerca legata agli aspetti della stratificazione culturale e all’idea di “antico” come perdita. Negli anni ottanta è impegnato nella realizzazione di grandi carte parietali che indagano l’idea di una geografia immaginaria, Carte di viaggio, Grotteschi e La parete dimenticata, alla fine degli stessi anni lavora sulla superficie intesa come profondità. Presenta Decorazioni e rovine in una sala personale alla Biennale di Venezia del 1990. Da allora continua, attraverso grandi cicli di opere, la sua indagine sul tempo e sulla poetica della rovina, una sorta di archeologia senza restauro. Dal 2006, in seguito al disoccultamento di un corpo di lavori realizzati con l’uso del mezzo fotografico dall’autore negli anni settanta, presenta alla GAM di Torino Paesaggi in polvere, da allora alle sue ricerche si affianca una vera e propria attività di ricongiunzione o di trasferimento che va dal dipinto alla parete vera e propria, inseguendo il sogno che congiunge i tentativi precedenti rivolti alla creazione di una sorta di bassorilievo, costante in tutto il suo lavoro, verso una idea di scultura lieve figlia della nuova attenzione al muro. Quindi la Parete dimenticata diviene la reale sede privilegiata del suo più attuale lavoro.

FLAVIO FAVELLI vive e lavora a Savigno (Bologna). Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). Ha esposto con progetti personali al MAXXI di Roma, al Centro per l’Arte Pecci di Prato, alla Fondazione Sandretto di Torino, alla Maison Rouge di Parigi e al 176 Projectspace di Londra. Partecipa alla mostra Italics a Palazzo Grassi nel 2008 e a due Biennali di Venezia: la 50° (Clandestini, a cura di F. Bonami) e la 55° (Padiglione Italia a cura di B. Pietromarchi). Nel 2015 l’opera Gli Angeli degli Eroi viene scelta dal Quirinale per commemorare i militari caduti nella ricorrenza del 4 Novembre. Nel 2017 ha aperto Univers a Venezia negozio metafisico temporaneo, e allestito l’ambiente Senso 80 all’Albergo Diurno Venezia a Milano.

MARIA MORGANTI è nata a Milano nel 1965, vive e lavora a Venezia. Il suo lavoro mette al centro del proprio fare l’esperienza del colore. Il colore inteso come materia, come traccia dell’esistenza. La sua prima mostra personale in un’istituzione è stata curata da Angela Vettese alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 2006. Nel 2017 si è inaugurata l’installazione permanente nella caffetteria di Mario Botta a cura di Chiara Bertola per la Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Le più recenti partecipazioni a mostre collettive in istituzioni sono state L’emozione dei colori nell’arte, a cura tra gli altri di Carolyn Cristov-Bakargiev, Elena Volpato, GAM/Castello di Rivoli, Torino, 2017 e Èdra, tutta l’Italia è silenziosa, Reale, a cura di Davide Ferri, Accademia di Spagna, Roma, 2015.
Ha pubblicato libri d’artista che considera luoghi dove condividere esperienze con altri. Del 2016 è la collaborazione con Jean-Luc Nancy per “Il colore succede, non si provoca”, del 2006 quella con Barry Schwabsky per “Storia di un quadro” e del 2014 quella con il figlio Piero Pes per “Mi aiuti a capire cosa sto facendo?”. Nel 2010 nel libro “Un diario tira l’altro”, ha pubblicato i suoi diari cromatici insieme ai diari di suo padre Piero Morganti. L’ultima pubblicazione (2018) è “Nel buco” per la Casa editrice di libri d’artista per bambini Les Cerises.

ELENA NEMKOVA Nata in Dushanbe, Tajikistan. Vive e lavora a Milano. Il suo lavoro è una sorta della continua osservazione dell’evoluzione della scienza che si traduce in un tentativo di portarlo nella sfera dell’intimità, dell’umanità e del primordiale, misurando le differenze e le possibili convergenze tra dimensioni apparentemente inassimilabili. I suoi lavori sono disegni e sculture con una forte attenzione alle performance.
Alcune mostre museali ed istituzionali: Evolutionary Biology, Museum für Naturkunde,`Berlino (D) • Nekyia, Lyric Opera Performance, Winzavod, Mosca, (RU) • Manifesta 10 Parallel Program_ San Petersburgo, (RU) • Il Centro Russo di Scienza e Cultura, Roma (I) • Spiral Wacoal Art Center, Tokyo (JP) • The 2nd Ural Industrial Biennialle , Ekaterinburg, (RU) • Casa Rosa, Serralves MUSEUM, Porto (PT) solo • PERMM Museum, Perm (RU) solo • Moscow Museum of Modern Art, Mosca, (RU) •Museum MART Trento e Rovereto(I) • San Francisco Art Institute(US) • Palazzo Re Rebaudengo, Guarene d’Alba (IT) •The II Moscow Biennale, Mosca(RU) • The Museum of New Art, Detroit (US) • Warwick Arts Centre, Coventry (GB) • Viafarini, Milano.
Alcune mostre personali: H Gallery, Parigi (F) • Café Internazionale_ Palermo (IT) • Galerie Sisso_Parigi (F) • KUNSTHALLE São Paulo (BR) • Teatro Studio Scandicci Firenze (IT) • Rong Wrong, Amsterdam, (NL) • AssabOne, Milano (I) Fabio Tiboni Arte Contemporanea Bologna, (I) Buchsenhausen.lab, Innsbruck (A)

CESARE PIETROIUSTI Nato a Roma nel 1955, vive a Roma. Laurea in Medicina (1979), con tesi in Clinica Psichiatrica. Co-fondatore del Centro Studi Jartrakor, Roma (1979), e della Rivista di Psicologia dell’Arte (1979). Uno dei coordinatori delle residenze e dei progetti “Oreste” (1997-2001), del convegno “Come spiegare a mia madre che ciò che faccio serve a qualcosa?”, Link, Bologna (1997) e del progetto “Oreste alla Biennale”, Venezia (1999). Co-curatore del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti di Como (2006-2011). Docente di “Laboratorio Arti Visive”, IUAV, Venezia (2004–2015);MFA Faculty, LUCAD, Lesley University, Boston (2009-2016).
Dal 1977 ha esposto, da solo o con altri, in spazi privati e pubblici, deputati e non, in Italia e all’estero.
www.pensierinonfunzionali.net

GIANNI POLITI è nato a Roma nel 1986 dove vive e lavora. La sua ricerca è strettamente collegata a eventi autobiografici che elabora attraverso il medium pittorico.
Mostre personali: 2016/2017, Painting and sculpture, Lorcan O’Neill, Roma; 2014 (upcoming) Malandrino 86, GNAM, Roma; 2013 From the studio (Nightrider), CO2, Roma; 2012 Viva la muerte omaggio a S. Maria Gloriosa dei Frari, a cura di Costanza Paissan, catalogo ed. Cura, Biblioteca Casanatense, Roma; 2011 Le cose non saranno mai più come prima, a cura di Alessandro Facente, Palazzo Collicola arti visive, Spoleto; A brief history of pain, Artist book 27 days of pain di Cura, CO2, Roma.

FABRIZIO PREVEDELLO (Padova, 1972). Vive e lavora in Versilia (LU). Alcune mostre: Interno Cardelli & Fontana, Sarzana (SP); Hidden View a cura di Nadia Ismail, Offenbach am Main (DE); Intervallo di confidenza Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, a cura di Daniele Capra, Monfalcone (GO); Passi Erratici Museo Nazionale della Montagna, a cura di Stefano Riba, Torino; Luce CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea, a cura di Francesca Cattoi, La Spezia; I baffi del bambino Lucie Fontaine, a cura di Luca Bertolo, Milano; Apologia Museo Civico del Marmo, a cura di Federica Forti, Carrara (MS); Fa un po’ freddo ma non preoccuparti Brown Project Space, a cura di Luigi Presicce, Milano; Look@me! Berlin (DE); A Guilmi non piove mai a cura di Lucia Giardino e Federico Bacci, Guilmi (CH).

AGATA TORELLI (Casalmaggiore, 1995). Residente a Mantova, durante gli anni liceali inizia a collaborare con la compagnia sperimentale Teatro Magro, collaborazione che prosegue ancora oggi. Frequenta la facoltà di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, laureandosi in triennale con lode, ed è attualmente iscritta al Biennio di Pittura – Arti Visive presso il medesimo istituto.
Durante gli anni universitari, ha occasione di lavorare con artisti di importante levatura, anche grazie alla mediazione dell’Accademia. Si ricordano le mostre collettive “La lingua e il linguaggio degli affetti” (Raum, Bologna 2016), a seguito di un workshop con Cesare Pietroiusti, “Metacorpi” (ABABO, Bologna 2017), a seguito di un workshop con Michael Fliri, e la quarta edizione di “Esercizi di stile” (Mambo, Bologna 2018). Si segnala anche la partecipazione all’ultima edizione di Artissima (Torino, 2018) in un evento con Seb Patane in collaborazione con Thec Lassroom, e la residenza d’artista presso la Fondazione Baldi (Pelago 2017) sotto la guida di Armin Ebrahimi e Pier Luigi Tazzi.