KIDS' HOUSES


Un progetto di: Renzo Francabandera, Michele Cremaschi, Michela Mastroianni
Produzione: Festival Ipercorpo 2019

In collaborazione con: Comune di Forlì, ACER Azienda Casa Emilia Romagna, ATRIUM-Rotta Culturale Europea
Conduzione laboratori: Renzo Francabandera, Michele Cremaschi, Michela Mastroianni

Per il terzo anno consecutivo Ipercorpo collabora con ACER (Azienda Casa Emilia Romagna) per consolidare il lavoro intrapreso con bambini e adolescenti. I giovani abitanti e le famiglie dei cortili e dei palazzi ACER che circondano EXATR, saranno chiamati a prendere parte ad un laboratorio lungo un mese, con cadenza settimanale, che offrirà loro un esperienza quest’anno continuativa di avvicinamento all’arte e alla creatività.

La guida sarà affidata a due figure di rilievo dell’arte performativa e digitale in Italia. Renzo Francabandera è giornalista, docente universitario, esperto e critico d’arte e teatro, ha all’attivo da anni progetti di formazione sui linguaggi della contemporaneità e dell’arte performativa in tutta Italia e negli anni ha collaborato per incontri e laboratori con numerosi festival e teatri nazionali. È giurato per i maggiori premi di teatro in Italia (Premio UBU, Rete Critica, ecc) e realizza illustrazioni, copertine per l’editoria e opera come live performer. Michele Cremaschi è ideatore e protagonista di spettacoli e creazioni digitali per la scena che lo hanno visto partecipare ad importanti festival anche all’estero: da Santarcangelo Festival (2004) sino a QuestFest (USA, 2014). Come regista, la sua ricerca lo porta a dirigere produzioni teatrali nell’ambito dell’innovazione dei linguaggi e si occupa di formazione inerente all’utilizzo creativo delle nuove tecnologie per la scena.

Il laboratorio, dal titolo Kids’ Houses, aiuterà i bambini a sviluppare la propria idea di “casa”, stimolandone il pensiero creativo, e a progettarla insieme. I ragazzi realizzeranno il loro villaggio, piccola e nuova comunità, di case di cartone, casette “serie”, non improvvisate, casette ben fatte e costruite in base ai loro progetti, curate, capaci di ospitare alcuni bambini ma anche un adulto, magari con qualche magia digitale fatta e pensata insieme ai bambini, con il loro concetto di domotica del futuro, cose che noi adulti magari non arriviamo ancora a pensare, ma che loro ci racconteranno quando ci guideranno attraverso il loro villaggio. Vogliamo che ogni bambino coinvolto nel progetto, lavorando da solo e in gruppo, possa realizzare il frutto tangibile e poetico del proprio concetto dell’abitare e della propria identità. Un insieme di case che siano in relazione tra loro in un pensiero urbanistico basato sulla riflessione sui bisogni comuni, su quello che si può fare da soli e su quello che è utile fare insieme.