IPERCORPO :: Secondo Tempo Reale



Ipercorpo 2021 è a tutti gli effetti la seconda parte di un progetto iniziato nel 2020 sotto la pressione pandemica. Alla luce di questa parabola biennale potremmo dire che il festival invita a prendersi un tempo (reale) nello spazio. Un tempo per vivere con gli artisti presenti i loro lavori in chiave  laboratoriale, performativa e ideativa. Un tempo per ascoltare; forse il più grande atto di partecipazione di questa epoca.


Alla base di tutto ciò c’è una idea di festa, e una concreta speranza di definitivo riavvicinamento dei corpi e degli spiriti. La sezione danza è pensata in questa prospettiva. La sezione musica e quella di arte si intrecciano condividendo lo stesso spazio, l’Arena Forlivese, un luogo raccolto e aperto al contempo, di rara bellezza e sorprendente magia nel cuore della città.


Torna in maniera decisa la componente internazionale del festival, grazie alla Masterclass Internazionale Scena Europa e a BeInternational, che ci vede protagonisti insieme ad altri sei partner italiani capitanati dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e altrettanti partner europei, in un lavoro di circuitazione e formazione di un gruppo di giovani danzatori.


EXATR è ancora la casa che accoglie. Una casa in trasformazione, soggetta a lavori di consolidamento statico e a un futuro progetto per rendere gli spazi completamente rifunzionalizzati ai fini di un sempre più articolato programma di eventi legati all’arte dal vivo e alla rigenerazione urbana. Sarà possibile visitare anche IN LOCO. Il museo diffuso dell’abbandono, un lungimirante progetto di Spazi Indecisi. Ipercorpo, di contro, vuole invece concentrare, esercitare una forza centripeta. Proprio al fine di continuare a costruire un’alternativa a questi tempi abbandonici.


Claudio Angelini




SEZIONE TEATRO E DANZA



In un periodo in cui le attività culturali sono rimaste a lungo sospese, a noi, chissà perché, è venuto in mente lo sport e le immagini di Ipercorpo 2020 e 2021 sono quelle di un giocatore di golf e di un calciatore. Immagini guida per raccontare il tempo reale, campo d’indagine di due edizioni gemelle caratterizzate da un atteggiamento di sintonia e di ascolto degli artisti, degli spettatori, del territorio e di noi stessi. Di che cosa abbiamo bisogno? Che cosa sta cambiando? Da che cosa partiamo e dove vogliamo arrivare? Il festival disegna una parabola che, a partire dalle convenzioni e dai ruoli storicamente assegnati all’artista e allo spettatore, va oltre per rispondere alla necessità, sempre più forte e condivisa, di liberarsi dalle costrizioni e celebrare una “danza collettiva” che faccia della scena un luogo di scambio reale e concreto, abitato prima di tutto dai corpi che rivendicano spazi a lungo negati.


Claudio Angelini, Mara Serina, Valentina Bravetti




SEZIONE MUSICA



La forma è quella della spirale, un cerchio mai chiuso che torna sul punto dal quale è partito. Un sorvolare in cui tutto è noto e tutto è nuovo al tempo stesso.


Il secondo tempo – REALE – di una partita surreale. Once more, with feeling: questa condizione produce un suono, e richiede un ascolto rinnovato.


La dimensione LIVE di questa edizione di IPERCORPO pone la questione ritmica al centro del palco, dove la variabile “TEMPO” viene trasformata da due soli di batteria. Marco Frattini, a presentare in esclusiva il suo primo “solo set”, commissionato in occasione di “Ultimo Concerto”, il primo e più potente flash mob del periodo pandemico, che l’industria musicale (e nello specifico il settore dei live club)  ha portato all’attenzione nazionale. Un turnista eccezionale, che accoglie la sfida di mettersi in gioco – anteprima nazionale – al servizio solo di se stesso e della propria caleidoscopica curiosità ritmica e cromatica. Imperdibile.


Segue Drovag, aka Alessandro Vagnoni (Ronin, Bologna Violenta…), che regala al solo una dimensione gentilmente ipertrofica. Lascia a bocca aperta la sua capacità di gestire una tale ricchezza di sequenze, samples ed accordi. Non capita spesso di vedere una band di quattro/cinque elementi condensata nello spazio di una batteria così performante.


La dimensione dell’ASCOLTO in purezza mantiene metodo e curiosità, allontandosi dal site-specific per incontrare un nuovo luogo: l’Arena Forlvese. Adiacente all’Ex-Atr, già dall’anno scorso ospita la sezione Arte di Ipercorpo. Accogliendo l’incontro tra le due discipline diviene un auditorium condiviso e contaminato. Nessuna didascalia, nessuna multimedialità:  solo la voglia di vedere cosa accade quando il suono in quanto tale trova ospitalità in casa d’altri e d’altro.


La forma è quella della spirale.


 Davide Fabbri, Elisa Gandini




SEZIONE ARTE

Verso sera



La sezione arte di questa edizione è da intendersi come seconda tappa di un percorso iniziato lo scorso anno: il titolo, Verso sera, allude a una proposta di fruizione delle opere, un qui e ora dell’opera che accade all’imbrunire, poco prima dell’inizio della programmazione di ogni serata.


I cinque appuntamenti si traducono in altrettanti incontri con i lavori degli artisti invitati, uno al giorno, e rilanciano suggestioni che derivano dallo spazio che incornicia il progetto, l’Arena Forlivese, una struttura collocata al centro di un cortile privato adiacente agli spazi del festival, utilizzata, fino al 1977, per spettacoli teatrali e cinematografici, concerti, operette, e perfino incontri di boxe.


Al centro di Verso sera c’è dunque l’esperienza dell’arte in uno spazio circoscritto, che si svolge prevalentemente a partire dalla scultura – il medium utilizzato dalla maggior parte degli artisti invitati a questa edizione – e da immagini che possono diventare ambienti e spazi per il corpo, luoghi di un dialogo fisico tra opera e spettatore.


Davide Ferri


 


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