Trattare l'aria⎪Gregorio Botta


a cura di: Davide Ferri
con la collaborazione di: Miral Rivalta

Gregorio Botta, Grecale, 2019. Installazione nella Cripta del Borromini di San Giovanni dei Fiorentini, Roma. Dimensioni variabili

L’espressione “trattare l’aria” sembra sottesa da un desiderio che ha a che fare con il presente: è in fondo quello che vorremmo fare tutti da qualche tempo a questa parte. Trattare l’aria nel senso di trovare un modo per vedere l’aria: colorandola, perché no, di toni che ne segnalino le zone di pericolo, quelle tossiche, le correnti da cui stare alla larga…

Se ci penso trattare l’aria, cioè utilizzare ciò che è invisibile, pulviscolare, incorporeo alla stregua di un materiale (Invisibile, incorporeo: era questo il titolo di una mostra di Pier Luigi Tazzi di alcuni anni fa) è un desiderio più antico e profondo, e anche un’ambizione irriducibile degli artisti, che può tradursi in un racconto che va da Duchamp a Cai Guo Qiang, per prendere solo un segmento di una storia che potrebbe retrocedere di molto, o avanzare fino a questi anni.

Gli artisti inclusi nella sezione di questa edizione hanno provato, in modi diversi, a trattare l’aria. C’è chi ne ha fatto una forza in grado di agire sul corpo dell’opera, chi l’ha resa una forza visibile, chi ha provato a descriverne i movimenti, chi l’ha rappresentata con gli strumenti del disegno e della pittura. I lavori presentati, uno alla volta per sei giornate distribuite nelle due settimane di Ipercorpo, compongono insieme, più che una mostra, una partitura che, come una corrente d’aria, attraversa i diversi spazi del festival. – Davide Ferri


L’artista ⎪ Gregorio Botta

Gregorio Botta nasce a Napoli il 18 aprile 1953 ma fa i suoi studi a Roma, dove frequenta i corsi di Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti dove si diploma. Inizia ad esporre dal 1990, in numerose città italiane e all’estero. La prima personale è alla galleria “Il Segno” di Roma (ora Francesca Antonini arte contemporanea), espone – tra l’altro – allo Studio Trisorio, (Napoli), allo Scudo di Verona, al Ponte di Firenze, allo Studio G7 di Bologna, alla Galleria Peola e Simondi di Torino, alla Montoro 12 Gallery di Bruxelles e in numerose altre gallerie. Molte anche le mostre in spazi pubblici: dai Magazzini del Sale in piazza del Campo a Siena, al Macro di Roma. Sue personali sono state ospitate nei Musei di Arte contemporanea di Santiago del Cile e di Lima, all’ex Pescheria di Pesaro e alla Galleria Nazionale di Roma (2Just measuring unconusciousness, 2020). Le sue opere sono nelle collezioni del Maxxi e della Galleria nazionale di Roma, del Madre di Napoli, del Mart di Rovereto, della Bce a Francoforte, della Certosa di Padula e nel museo diffuso della metropolitana di Napoli.

Ha scritto Pollock e Rothko, il gesto e il respiro (Einaudi Stile Libero, 2020), e nell’autunno 2022 uscirà Paul Klee, genio e regolatezza, edito da Laterza.

Ingresso gratuito