Articolo 1: una tavola rotonda


La collezione Verzocchi è strettamente aderente ad un tema, il lavoro, ed è anche il ritratto di un’Italia che non c’è più, un paese di pescatori, contadini, sarte, merlettaie, mondine, fabbri, che si muovono in un paesaggio agreste e semi urbanizzato: in costruzione. Ad esempio gli operai di Enzo Morelli lavorano a nuove strade, la fornace di Orfeo Tamburi è a cielo aperto, a margine della città che va espandendosi; il ponte di Anselmo Bucci è un  progetto visionario che unisce le due sponde di un piccolo paese di campagna.
Ho pensato spesso a come sarebbe oggi, a distanza di più di cinquant’anni, una collezione di opere di artisti della mia generazione che parlano di lavoro. È possibile ipotizzare uno sviluppo della collezione Verzocchi facendo i conti con uno scarto temporale così ampio? E che cosa accadrebbe se quello scarto lo si traducesse in parole, e in un racconto per immagini?
Primo passo di un progetto più ampio la tavola rotonda getta idealmente le fondamenta per il lavoro a venire (una mostra, ma anche una serie di incontri che si svolgeranno in aprile) ed è divisa in due momenti: il primo è un tentativo di ripercorrere il filo della storia della collezione, dei rapporti tra committente e artisti, tra la collezione e la città che la ospita.
La seconda parte invece, a cui partecipano critici, storici dell’arte e del teatro, scrittori e artisti, tutti nati tra la fine degli anni sessanta e gli ottanta, ruota attorno ai problemi del lavoro culturale oggi e alla sua rappresentazione. Gli invitati alla tavola rotonda operano all’interno dei luoghi di produzione culturale (musei, case editrici, teatri, università) o hanno animato il dibattito sul lavoro attraverso piattaforme di discussione come TQ, Il Quinto Stato, Teatro Valle Bene Comune.
La collezione Verzocchi, distante pochi passi dall’Ex deposito Atr, si situa così come contraltare e come orizzonte storico sul quale proiettare dialetticamente il filo di questo discorso.
Nel corso della giornata si svolgerà inoltre una performance di Italo Zuffi.

Davide Ferri

 

Interventi di:

David Beronio (Chiavari, 1972), regista teatrale e co-fondatore di Teatro Akropolis, da anni un punto di riferimento internazionale per il teatro contemporaneo di ricerca a Genova.

Luca Bertolo (Milano, 1968), artista. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha esposto recentemente in spazi come Nomas Foundation, Roma 2012; Arcade, Londra 2012; Spazio A, Pistoia 2011.

Cecilia Canziani (Roma, 1976), curatrice e critica d’arte. È membro fondatore di 1:1 Projects e dal 2008 è co-direttrice di Nomas Foundation, Roma.

Michele Dantini (Firenze, 1966), critico d’arte, saggista e professore associato di storia dell’arte contemporanea presso l’Università del Piemonte Orientale. Collabora regolarmente con  Il Manifesto, Doppio Zero, Alfabeta 2.

Davide Franceschini (Roma, 1975), storico dell’architettura, fotografo e attivista. È tra i membri fondatori della coalizione Il Quinto Stato.

Vincenzo Latronico (Roma, 1984), scrittore e critico d’arte. Ha pubblicato due romanzi (Ginnastica e rivoluzione, 2008, e La cospirazione delle colombe, 2011) e un testo teatrale (Linee guida sulla ferocia, 2009), sempre con Bompiani. Scrive di arte su Domus, Flash Art e Frieze.

Silvia Mei (Lucca, 1982), ricercatrice in performing arts, curatrice indipendente e critica militante per le testate online cultureteatrali.org e paneacqua.info. Secondo un’ottica multilineare si occupa di teatro e di danza nelle loro relazioni novecentesche e contemporanee.

Claudio Spadoni (Ravenna,  1944), critico e storico dell’arte. Dal 2002 è direttore artistico del Mar – Museo d’Arte Città di Ravenna e, dal 2012, co-direttore di Artefiera, Bologna.

Clemente Tafuri (Genova, 1974), scrittore, co-fondatore e regista di Teatro Akropolis. I suoi romanzi sono pubblicati da Einaudi e tradotti all’estero.

Serena Togni (Forlì, 1975), storica dell’arte. Collabora da dieci anni con realtà pubbliche e private nell’ambito della ricerca, la divulgazione e la didattica dell’arte, in particolare per le collezioni permanenti e le mostre temporanee dei Musei San Domenico di Forlì.

Elena Volpato (Venezia, 1973), curatrice e critica d’arte. Nel 1999 ha dato vita alla Collezione video della GAM-Galleria d’Arte Moderna di Torino, di cui è tuttora curatore. Suoi articoli sono apparsi su saturno, Mousse Magazine

Italo Zuffi (Imola, 1969), artista. Utilizza scultura, performance, video e scrittura. Dal 2011 è guest-lecturer in performance e scultura all’Accademia di Belle Arti dell’Aja. Il suo pensiero è da tempo attratto dai concetti di Competizione, Tremolio, e Fede Rustica.