Nuovi appunti sulla collezione Verzocchi


La collezione Verzocchi è strettamente aderente ad un tema, il lavoro, ed è anche il ritratto di un’Italia che non c’è più, un paese di pescatori, contadini, sarte, merlettaie, mondine, fabbri, che si muovono in un paesaggio agreste e semi urbanizzato: in costruzione. Ho pensato spesso a come sarebbe oggi, a distanza di più di cinquant’anni, una collezione di opere di artisti della mia generazione che parlano di lavoro.
È possibile ipotizzare uno sviluppo della collezione Verzocchi facendo i conti con uno scarto temporale così ampio? E che cosa accadrebbe se quello scarto lo si traducesse in un racconto per immagini? La rassegna di lavori che verrà presentata per questa edizione di Ipercorpo (uno per ogni serata, a partire da venerdì 17 maggio) rappresenta il tentativo di individuare il primo nucleo di opere per una mostra a venire, due video (Nui Simu di Marinella Senatore e Il capo di Yuri Ancarani) e una performance (Dove si racconta di profondi sospiri e lunghi pensieri di Stefania Galegati) che sono racconti di forme e luoghi del lavoro diversi (una specie di “monumento filmico” al lavoro in una miniera siciliana, realizzato coinvolgendo un’intera comunità; la ritualità e la gestualità di un lavoratore delle cave di marmo delle Alpi Apuane; due grosse macchine agricole utilizzate per un brutale, rumoroso, combattimento) e invitano ad una riflessione sui problemi legati al lavoro e alla sua rappresentazione nell’Italia di oggi: è ancora possibile descriverlo attraverso figure definite come accade nei dipinti della collezione? E che ruolo ha la produzione di immagini nel ripensarne i meccanismi nella nostra società?

La tavola rotonda “La collezione come forma d’arte” di domenica 19 maggio, a cui partecipano un teorico e critico d’arte (Elio Grazioli) e tre importanti collezionisti (Raffaella SciarrettaStefano Sciarretta e Giorgio Fasol) partirà dalla figura di Giuseppe Verzocchi per approdare, attraverso la presentazione del libro di Elio Grazioli “La collezione come forma d’arte” (Johan and Levi, 2012), ad una riflessione sulle forme del collezionismo e sui rapporti che intercorrono tra committenza e artisti nella nostra epoca. La collezione Verzocchi, distante pochi passi dall’Ex deposito Atr (la sede di Ipercorpo), si situa così come contraltare e come orizzonte storico sul quale proiettare dialetticamente il filo di questo discorso.

Davide Ferri

 

MARINELLA SENATORE

Nui Simu

un film di Marinella Senatore __Italia, 18 min.


Scritto da una comunitá di minatori, Nui Simu è il risultato di un progetto partecipativo che ha coinvolto oltre 300 cittadini di Enna, in collaborazione con studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Il pubblico partecipante, diventato attore, sceneggiatore, costumista, scenografo, operatore di camera, ecc… ha collegato realtá e finzione, la propria storia e la cronaca, in un’atmosfera di lavoro aperta e condivisa.

Marinella Senatore è filmmaker e artista. Vive e lavora a Berlino. Nei suoi progetti, spesso realizzati in collaborazione con Istituzioni e Universitá, coinvolge intere comunitá nel processo creativo. 2012: Rosas, Peres Project Gallery, Berlin; 11ª Biennale dell’Avana, L’Avana, Cuba; Visible Award, Serpentine Gallery, Londra; 2011: 54ª Biennale di Venezia, Venezia; Premio Furla, Palazzo Pepoli, Bologna.

 

YURI ANCARANI

Il Capo

un film di Yuri Ancarani __Italia, 15 min.

Monte Bettogli, Carrara: nelle cave di marmo uomini e macchine scavano la montagna. Il Capo controlla, coordina e conduce cavatori e mezzi pesanti utilizzando un linguaggio fatto di soli gesti e di segni. Dirigendo la sua orchestra pericolosa e sublime, affacciata sugli strapiombi e i picchi delle Apuane, il Capo agisce in un rumore assoluto, che si fa
paradossale silenzio.

Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è un video artista e film-maker italiano. I suoi lavori sono stati presentati a numerose mostre e musei nazionali ed internazionali, tra cui: 55° Biennale di Venezia (Venezia), Fondazione Sandretto, Re Rebaudengo (Torino), MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma), R. Solomon Guggenheim Museum (New York, USA) e al 67° e 68° Festival del Cinema di Venezia (La Biennale di Venezia, Venezia). Filmografia: 2012 Da Vinci; 2011 Piattaforma Luna; 2010 Il Capo.

 

STEFANIA GALEGATI SHINES

Dove si racconta di profondi sospiri e lunghi pensieri

performance

Vorrei riprendere un video del 1999, Dove si racconta di profondi sospiri e lunghi pensieri, e riproporlo come performance. Un escavatore e un bulldozer, due macchine che solitamente vediamo ai bordi delle strade a sollevare pietre e scavare buchi, si esibiranno in un combattimento. Come nelle arti marziali, il combattimento assume un carattere rituale, quasi una danza. La potenza delle macchine, l’assordante rumore dei motori, i
colpi metallici della battaglia, trasporteranno il pubblico in una atmosfera da duello d’amore medioevale, o forse nell’era giurassica dei dinosauri, o in uno di quei violenti e bellissimi cartoni animati giapponesi con i robot giganti…

Stefania Galegati Shines, nata a Bagnacavallo (RA) nel 1973. Principali mostre: GAM, Palermo, 2011; Macro, Roma nel 2005: Bizart, Shanghai nel 2002. Fu residente al Ps1 Moma New York, 2003-4; lavora stabilmente con Pinksummer, Genova e FPAC, Palermo.