adius utòpia


Installazioni: Ivan Fantini
In scena: Paola Bianchi
Primo video · riprese: Serena Saltarelli · elaborazione e montaggio: Paola Bianchi
Secondo video: Paola Bianchi

adius utòpia è esposizione dell’intervento volta ad affermare la veridicità dell’atto reso fruibile e/o negabile all’individuo, è estetica dell’irruzione che scardina la consuetudine quotidiana per mezzo del reale, è contaminazione delle discipline spinta ad allargare gli orizzonti del pensare-creare l’atto artistico e l’individuo quale artista, è il quinto quarto in scena senza finti moralismi quale riscatto di tradizione e creatività a dispetto dello spreco, incarnato a valenza di status symbol e perpetuato dalla nuova economia. Tersicore e Gasterea ad elargire creazioni, impossibili da ripetersi e perdute per sempre. adius utòpia esalta e valorizza ciò che resta di un animale di razza suina macellata, una volta tolti i quattro quarti. adius utòpia non favorisce i sottoprodotti alimentari, l’arricchimento di inscatolatori di cibi per cani e gatti, il consumismo, le deviate abitudini alimentari. Esalta invece la tradizione laddove questa genera creatività. Lo scenario del quinto quarto in adius utòpia si intreccia con il macello umano inteso come spazio asettico, antisettico, claustrofobico, laddove l’umano quotidianamente stenta nel vivere.

Ivan Fantini, chef e titolare dell’Osteria con cucina Veglie in volo e Paola Bianchi, coreografa e danzatrice, dal 2000 collaborano unendo l’azione teatrale al “fare” gastronomico. Diciassette per una nubile senza candele, lavoro ispirato all’opera del gastronomo francese Grimod De La Reyniere, Il poeta è un’elegantissima anima che va a cena sulle stelle e Morto un poeta se ne fa un altro, due azioni sul mondo di Piero Ciampi.