Agf/Delay


Agf e Delay in combo giocano con la profondità di campo, spostando verso il fondo il loro DNA elettronico (le strutture glitch di lei e le ipertrofie ritmiche di lui) per portare in primo piano ciò che resta, un’immagine musicale organica nella sua trasparenza. Gli umani a rallentare, spingere e scaldare la griglia dei sequencer, così come in Explode (in uscita questa estate il loro nuovo lavoro). Laptop, batteria acustica, mixer e voce danno vita ad un fantasma dub che avvolge tutto il panorama audio; nell’acqua (che si fa vapore a contatto con i bassi) compaiono le sagome senza contorno di Eno, dei Massive Attack e anche di certi Doors. Sopra la voce, come canto di sirena, come post di un blog, come un pensiero per le donne kamikaze, come un pomeriggio in un centro commerciale.

Agf, multiforme artista che vive e lavora tra Berlino e Hailuoto (Finlandia). Si definisce vocalist, software musician, producer and e-poet ed è impegnata da anni in un processo di ricerca sonora orientata alle radici del linguaggio, tanto il linguaggio umano che il linguaggio macchina. Il suo percorso creativo può essere assimilato ad una struttura capace di destrutturare ciò con cui viene a contatto rivelandone le istanze più celate attraverso intensivi trattamenti anatomici operati attraverso il laptop e facendone poi favola con la voce. Tappe obbligate del suo percorso sono Words are Missing (2007) e Westenization Completed (2003), oltre a Deinetwegen (2007) con Laub ed Explode (2005) con Vladislav Delay.

Vladislav Delay è una delle identità di Sasu Ripatti, artista finlandese trapiantato a Berlino che, con i monicker di Uusitalo, Luomo, Conoco e Sistol abbraccia praticamente tutte le declinazioni del suono elettronico dei 2000. La sua curiosa e tutt’altro che dispersiva versatilità lo ha portato a confrontarsi con l’ambient music, il broken beat, il riduzionismo glitch e la house music più clubby, con risultati sempre un passo sopra (o di lato) alle aspettative. Sasu Ripatti è batterista, con o senza elettroniche, e il marchio di fabbrica è il suo trattamento delle ritmiche, sbriciolate fino a diventare irregolari granelli di battito come nell’ultimo Whistlerblower (Vladislav Delay – 2007) o compattate e pulsanti come in Vocalcity (Luomo – 2000), inserito da Dancedeluxe tra i 50 migliori dischi di elettronica di tutti i tempi.