La Vita Materiale


– La Vita Materiale –

Nuovi appunti sulla collezione Verzocchi

Opere di Riccardo Baruzzi, Federico Pietrella, Davide Rivalta, Antonio Rovaldi
A cura di Davide Ferri

La Collezione Verzocchi, strettamente aderente al tema del lavoro, è un racconto organico della pittura italiana del dopoguerra e il ritratto di un’Italia che non c’è più: un paese agreste, semi-urbanizzato, in costruzione.

La vita materiale, terza tappa di un percorso di riflessione sulla Collezione Verzocchi, iniziato due anni fa all’interno di Ipercorpo,  si interroga sulle forme di rappresentazione del lavoro nella nostra epoca, e nel farlo mette in controluce la collezione, dispiegandone il potenziale narrativo. Che cosa rappresentano, a distanza di più di cinquant’anni, le opere che parlano del lavoro nel nostro tempo? È possibile ipotizzare uno sviluppo della Collezione Verzocchi facendo i conti con uno scarto temporale così ampio? E cosa accade se quello scarto lo si traduce in un racconto per immagini?

La vita materiale ospita i lavori recenti di quattro artisti italiani ma pone al centro quei dipinti della Collezione Verzocchi – la gran parte: immagini di contadini, muratori, artigiani, e anche artisti nello studio – che mostrano le mani e il corpo in azione, in attività, e che, descrivendo il lavoro come pratica quotidiana e sforzo fisico, rinviano all’idea di un fare molto concreto. Le opere di Riccardo Baruzzi, Federico Pietrella, Davide Rivalta e Antonio Rovaldi dialogano con questa dimensione di materialità diffusa che la collezione esprime.

Così i video di Antonio Rovaldi mostrano mani al lavoro, mani che toccano, modellano, forgiano, nel corso del processo di realizzazione di una scultura e di un dipinto; le sculture di Davide Rivalta, grandi animali in grado di riorientare l’immaginario dei luoghi, sono vere e proprie presenze per via delle loro superfici vibranti e contrastate; i dipinti di Federico Pietrella, realizzati con un comune timbro da ufficio, rinviano ad una abilità manuale che fa della pittura un racconto del tempo, delle giornate di lavoro; la performance di Riccardo Baruzzi, raccontano i suoni e i rumori del fare, dello studio dell’artista, e il processo pittorico come partitura musicale.

La vita materiale è dislocata in quattro luoghi diversi – la Fabbrica delle Candele, sede degli spettacoli di Ipercorpo, la barcaccia dei Musei di San Domenico, la Galleria Marcolini, nuovo spazio per l’arte contemporanea in città, e Palazzo Romagnoli, dove è collocata la Collezione Verzocchi – che, attraversati in successione, ricompongono l’idea di un percorso unitario.

Infine nel pomeriggio di domenica, dalle 16.30, si svolgerà una tavola rotonda a cui sono invitati a partecipare i quattro artisti in mostra. Si tratta di un altro momento di riflessione sulla Collezione Verzocchi, ma anche sulle pratiche degli artisti in mostra, e su alcuni problemi che attraversano la storia dell’arte recente: il delicato equilibrio tra studio e post studio practices, tra l’artista depositario di un sapere manuale e l’artista riconducibile al mito duchampiano.

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Antonio Rovaldi (Parma, 1975), vive e lavora a Milano. La sua ricerca si sviluppa attorno alla percezione del paesaggio e dei luoghi, al loro attraversamento fisico e mentale, e mette in relazione differenti media, come la fotografia, il video, la scultura ed il disegno. Nel 2006 Rovaldi ha vinto il Premio New York, nel 2009 è stato finalista al Premio per gli Amici del Castello di Rivoli e nel 2011 al Premio Strozzina. Tra le recenti mostre personali: _The opening day_ all’Hirshhorn Museum di Washington dc (a cura di Barbara Gordon), _New spaces for new eyes_ all’Iscp di New York (a cura di Francesca Sonara e Jess Wilcox) e _Mi è scesa una nuvola – Orizzonte in Italia_ al Museo MAN di Nuoro (a cura di Lorenzo Giusti).

 

Federico Pietrella (Roma1973) vive e lavora a Berlino. Tra le principali mostre personali: smART-polo per l’arte, Roma, 2014; Galleria Giuseppe Pero, Milano, 2013; Galleria Civica G. Segantini, Arco, 2011; Assab One, Milano, 2006; Studio d’Arte Cannaviello, Milano, 2003. Le sue opere sono state esposte, in mostre collettive, in numerosi musei e spazi pubblici tra cui:  MART, Rovereto; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; American Academy, Roma; ZKM Museum für Neue Kunst, Karlsruhe; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento; Villa Manin, Passariano di Codroipo, (UD); GAM, Bologna; Fondazione Adriano Olivetti, Roma. Sta inoltre preparando una mostra personale per il Museo MACRO di Roma, in programma nel 2016.

Davide Rivalta vive a Bologna, dove è  nato nel 1974. La vittoria del concorso per l’inserimento di un’opera d’arte nel cortile del Palazzo di Giustizia di Ravenna nel 1998 segna l’inizio della sua evoluzione artistica.
Le sue opere sono state esposte in molti musei e spazi pubblici, tra cui: GAM, Bologna; MAN, Nuoro;  MARCA, Catanzaro; Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone; Galleria Civica, Modena; MAMBO, Bologna; Kunstlerhaus Palais Thurn und Taxis, Bregenz; Strozzina, Firenze; Villa Romana, Firenze. Nel 2010, su invito di Pier Luigi Tazzi,  ha partecipato alla prima Aichi Triennale, Arts and Cities, a Nagoya. Del 2012 è invece la personale Terre promesse, a Ravenna, con sculture collocate in alcuni luoghi storici della città.

Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976) utilizza principalmente il disegno e la pittura ma affianca alla pratica visiva una ricerca sul suono, che si sviluppa attraverso performance e in interventi installativi. Tra le mostre personali e collettive recenti: Oggetti su piano, a cura di Antonio Grulli, Fondazione del Monte, Bologna, 2015; Le leggi dell’ospitalità, Galleria P420, Bologna, 2014; Uno è come casa, Santarcangelo 14, Festival internazionale del teatro, Rimini, 2014; Plantel Renovado, (con Andrea Kvas) Spazio O’, Milan, 2014; OO+OO, a cura di XING, Raum, Bologna (con Enrico Malatesta, sound performance), 2013; Zugzwang, Fabio Tiboni – Sponda, Bologna, 2011; Curva sopra lama, Arcade Fine Arts, Londra, 2010; Billy, sound performance, Codalunga, Vittorio Veneto, 2009.