Good Lack


Progetto di: Francesca Foscarini
Consulenza e ricerca: Ginelle Chagnon e Cosimo Lopalco
Luci: Luca Serafini Produzione: VAN
Con il sostegno di: Ministero dei Beni Culturali e di: Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa IT, Centro Jobel Residenza Teatrale IT, Centquatre Parigi FR

ph. Ilaria Costanzo

Good Lack è un trittico che pone in sequenza tre assolo di Francesca Foscarini: Back Pack, John Tube e Let’s Sky, tre modi differenti di esplorare attraverso territori molto diversi uno stesso tema, quello dell’assenza. Foscarini disegna tre ritratti efficaci, quasi clowneschi e di grande intensità, ciascuno capace di aprire inaspettati spiragli di pensieri ed emozioni. In Back Pack un grosso zaino pieno di oggetti multicolori, simile al guscio di una tartaruga, modifica e determina i movimenti del corpo in scena e il suo peso ne condiziona le possibilità performative. In John Tube il protagonista è John, un tubo di plastica nera alto 170 cm che abita il palco e il suo corpo fisso e incombente rievoca paesaggi, atmosfere e situazioni che sembrano quasi materializzarsi nella loro assoluta assenza. Un gran numero di scatole di cartone sono invece protagoniste di Let’s Sky ed è come se in ciascuna di esse sia racchiuso un corpo che ha perso la propria essenza.


L’artista ⎪ Francesca Foscarini

La danza entra nella vita di Francesca Foscarini che la affronta con grande passione seguendo contemporaneamente tre percorsi: danzatrice, coreografa e insegnante. Queste tre vie sono per lei essenziali e necessarie, in costante comunicazione tra di loro e in reciproco ascolto. Si nutrono e si influenzano a vicenda e hanno in comune l’attitudine all’esplorazione e alla ricerca con l’intenzione di aprire nuove possibilità mettendo il corpo, con il suo illimitato potenziale espressivo, al servizio di un’idea o semplicemente di un sentimento o di un’emozione. “Mi piace pensare di poter entrare in connessione con l’intelligenza dell’inconscio senza sapere bene dove potrò ritrovare me stessa – se in fondo al mare o in cima ad una collina, sulla cresta di una montagna, in una piazza affollata o semplicemente seguendo la corrente”. Così la stessa Foscarini sintetizza lo spirito della propria ricerca coreografica, strumento prezioso per aprirsi nuove opportunità, per essere più liberi e assecondare il desiderio di avere a disposizione un altro tempo e un altro spazio in cui essere se stessi.